lunedì 22 ottobre 2007

Introduzione - Costantino V imperatore di Bisanzio-

Cultura

Come promesso vi posto l'introduzione del libro "Costantino V imperatore di Bisanzio". Spero vi piaccia.

Introduzione

L’iconoclasmo occupa nella storia bizantina un periodo buio, quasi interamente dedicato alla persecuzione dei monaci e all’eresia della distruzione delle immagini. Tuttavia in questo secolo accadono eventi che cambieranno la vita dell’Impero: la battaglia di Akroinos , che definisce una volta per tutte il riconoscimento paritetico tra la basileia e l’Impero Arabo; lo scontro con la bellicosa tribù dei Bulgari stabilitasi nel nord della Tracia nel VII secolo; il consolidamento e l’evoluzione del sistema dei temi di Eraclio, e la riforma del Codex di Giustiniano, l’Ecloghé. Il periodo di evoluzione e di consolidamento delle riforme eracliane va addirittura contestualizzato solo al periodo di Leone III e di Costantino V che, di fatto, ufficializzano il passaggio da Impero tardo-romano, con province e prefetti, a quello più propriamente bizantino, o ancor meglio romeo , di temi e Strateghi.

Vi fu nell’Impero il pericolo incombente della nuova potenza araba, forte e orgogliosa della propria religione, che tentò con la sua forza militare e organizzativa di soppiantare l’antico Impero romano, specie in Oriente. La battaglia di Yarmuk si rivelò fondamentale da questo punto di vista, poiché comportò la perdita delle regioni più ricche, la Siria, l’Egitto e la Palestina. In una sola battaglia l’Impero dei Rhomaioi perse la sua parte orientale a favore della nuova forza musulmana.

Leone III, arrivato al trono dopo un decennio d’avvicendamenti di vari imperatori, inflisse subito due grandi sconfitte agli Arabi: la prima nella battaglia alle mura di Costantinopoli , e poi in quella più importante ad Akroinos , dove per la prima volta l’Impero vinse e, di fatto, sancì il reciproco riconoscimento delle aree di influenza nell’Oriente mediterraneo. Bisanzio dopo questa vittoria non lotterà più per la sua stessa esistenza e la guerra si attesterà su posizioni di confine e non più di difesa ad oltranza. Grazie a questo fatto, l’Europa, ancora in forte disordine politico ed economico, non verrà invasa dalle truppe arabe, che percorsero una strada alternativa per poi venir definitivamente bloccate anche a Occidente nella celeberrima battaglia di Poitiers .
Una volta sistemato il problema musulmano, Leone III si dedicò alla riforma dell’Impero dividendo il tema Anatolico in due parti, contribuendo all’indebolimento politico dello Stratego che governava quella zona dell’Impero e rafforzando cosi la figura del basileus. Fu deciso che la parte più occidentale fosse ora chiamata tema dei Trachesi, dal nome delle truppe che vi si erano installate . Il tema dei Caravisiani, che una volta comprendeva quasi tutte le forze navali dell’Impero, fu diviso in due parti: la prima comprendeva tutta la costa dell’Asia Minore con le isole limitrofe, la seconda invece era formato dalle Isole Egee . Pure Creta venne elevata al rango di tema .

Sicuramente questa politica servì ad accelerare quel processo, già prima citato, che avrebbe permesso all’Impero di vivere fino al 1453: il consolidarsi e l’alleggerimento della nuova struttura portavano a un miglioramento amministrativo e burocratico. Il sistema, introdotto da Eraclio , era atto a difendere il territorio in caso d’attacco da parte di incursioni degli Arabi, con l’introduzione dei soldati contadini, molto simili ai loro predecessori limitanei .
Nel periodo appena successivo Leone perfezionò la riforma amministrativa con la sua azione forse più importante, la pubblicazione nel 726, anche con il nome del figlio, dell’Ecloghé ton nomon, un compendio legislativo ricchissimo di spunti e di innovazioni . Tutto ciò venne raccontato in maniera impeccabile da Teofane, che però cambiò radicalmente opinione quando il basileus introdusse l’iconoclastia, ovvero la distruzione delle immagini sacre. La nuova politica introdotta da Leone III – questo tema sarà trattato in maniera più ampia in seguito – sarà ampliata e convogliata nei canoni religiosi da suo figlio Costantino V, che accelerò i cambiamenti acutizzando lo scontro con il potere religioso rappresentato dai monaci e dai monasteri.
Leone III lascerà al figlio un Impero sicuramente più saldo e meglio organizzato, più forte militarmente, grazie ai nuovi gruppi di soldati autoctoni, amministrativamente più veloce e più snello, e con una nuova visione sulla politica interna, l’iconoclastia. L’Impero uscì così dal periodo successivo a Eraclio e alla battaglia di Yarmuk sicuramente con grosse mutilazioni territoriali, ma non per questo più debole e prossimo alla rovina, anzi. Il nuovo Impero, rafforzato e rodato, sarà invece ancora protagonista in Europa e soprattutto nel bacino mediterraneo orientale. Non a caso il periodo successivo sarà definito età dell’oro o apogeo della società romea,

la quale, ovviamente, non è altro che il naturale sviluppo dell’età buia.

N.BERGAMO, Costantino V imperatore di Bisanzio, Il Cerchio, Rimini, 2007.

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